Autore: Antonella Di Martino - http://www.antonelladimartino.it Fiorgatto C’era una volta uno scienziato che si divertiva a far nascere animali mai visti prima. Nel suo laboratorio c’erano uccelli con la testa da lepre, pesci con le zampe da scarafaggio, maiali col cuore da agnellino. Un bel giorno, lo scienziato decise di superare se stesso: - Incrocerò un vegetale con un animale, così tutti sapranno che sono un genio. Fu così che nacque Fiorgatto, un bel gatto siamese incrociato con un fiore azzurro. Il giorno dopo, lo scienziato morì cadendo in un fosso. Dopo il funerale, le creature del suo laboratorio furono date in adozione. Fiorgatto, che era bellissimo, trovò subito una famiglia affettuosa. Andò a vivere in una grande casa, in mezzo al verde e ai fiori. Eppure, non era felice. Passava le sue giornate chiuso nella sua stanza, a rimuginare: - Chi sono io veramente? Un animale o un vegetale? Un giorno decise finalmente di uscire, per andare alla ricerca di se stesso. Nel giardino di casa incontrò tre girasoli. - Buongiorno girasoli. Sapreste dirmi, per favore, chi sono io? - Tu sei un fiore, come noi!, risposero i tre, senza esitare. - E allora perché ho le zampe, la coda e il pelo? I girasoli non furono in grado di rispondere. Imbarazzati, salutarono e si richiusero nei loro petali. Fiorgatto continuò la sua ricerca. Sul prato passeggiava un bel persiano bianco, che si chiamava Pascià. - Buongiorno Pascià. Sai dirmi, per cortesia, chi sono io? - Certo. Tu sei un gatto, come me! Rispose Pascià, tirando su la coda. - E allora perché ho questi petali? Pascià spalancò le pupille, guardò meglio, scappò. Tutto nel giro di tre secondi. Fiorgatto non si arrese e andò avanti. Arrivò a un parco popolato di bambini, fiori e animali. Era una bella giornata, tutti erano impegnati a giocare, chiacchierare, correre, prendere il sole, fare merenda. Nessuno sembrava accorgersi di lui, che camminava e rimuginava, rimuginava e camminava. Toc! Qualcosa di leggero gli cadde in testa, senza far male. - Un aquilone! L’aquilone era azzurro come i petali e gli occhi del nostro Fiorgatto. Tre bambini arrivarono di corsa, ridendo. - Ciao, bel gattone fiorito! Vuoi giocare con noi? Facciamo volare l’aquilone! Fiorgatto smise di rimuginare e volò via con i tre bambini. Insieme corsero dietro l’aquilone, lo fecero alzare in aria, lo fecero cadere, se lo passarono l’un l’altro. Insieme risero, chiacchierarono, si rotolarono sull’erba. Fiorgatto passò tre ore intere senza pensare a niente. Mentre tornava a casa, però, i pensieri tornarono: - Per fortuna ho incontrato quei tre bambini, che mi hanno insegnato chi sono. Io sono Fiorgatto, un bel gattone fiorito, e mi piace molto giocare con l’aquilone. Mi piacciono molto anche la mia casa e il mio giardino. Mi piace ancora di più la mia famiglia. Io sono tutte le cose che mi piacciono e tutti quelli a cui voglio bene. E adesso non voglio pensarci più. Da allora, per un po’, il nostro amico pensò soltanto pensieri allegri. 2