Autore: Antonella Di Martino - http://www.antonelladimartino.it Cioccolato Le voci continuano a chiamare, sempre più insistenti, sempre più insignificanti. Per fortuna, la porta è chiusa a chiave. Serena ormai ascolta soltanto le note profumate dei cioccolatini, che la chiamano cantando come sirene. Il cioccolato bianco canta con la sua voce chiara, in controcanto risuonano i toni più cupi del nero fondente, e insieme si mescolano alla melodia allegra ma non troppo del cioccolato al latte. La polifonia del cacao gira come una giostra festosa. Serena è sempre più tranquilla. Pigramente, lentamente, senza rancore, sgranocchia la rosa di cacao e rimastica il suo passato. I colori, i sapori e i suoni della sua infanzia, non tanto lontana, avevano un gusto caratteristico: amarognolo, con un leggero fondo acre. Un gusto che non assomiglia per niente a quello dei cioccolatini. La madre di Serena detestava i dolci in generale, e in particolare non tollerava il l cacao. Il padre era una cupa ombra maschile, che detestava non soltanto i dolci e il cacao, ma anche le risate, la musica, le chiacchiere, qualsiasi cosa sapesse di allegria. Ogni volta che si concludeva un periodo di festa, lui tirava un sospiro di sollievo: - Anche questa è andata! Serena torna al presente, lasciando sciogliere in bocca un quadrifoglio ripieno di crema alla nocciola. Il telefono strilla, ma lei lo avverte appena. Il quadrifoglio è così tenero, e si sta dissolvendo così in fretta… All’improvviso, quel sapore in fuga le ricorda il suo decimo compleanno. Sua madre le aveva permesso di organizzare una festa, con qualche amica. Per l’occasione, aveva concesso aranciata, patatine, popcorn e salatini. Aveva sistemato una tovaglia bianca ricamata, aveva perfino aggiunto di sua iniziativa qualche pasticcino alla frutta. Naturalmente l’orario dell’evento era fissato nel primo pomeriggio, quando il padre era al lavoro. Le amiche arrivarono puntuali, portando in dono una gran confezione di cioccolatini assortiti. Una meraviglia. Il profumo filtrava anche dalla scatola chiusa. Le dita bambine di Serena non erano per niente tranquille, mentre scartavano il regalo. In tutta fretta, imprigionarono una sfera di cacao pallido, ripiena di crema alla nocciola. La lingua, rapidissima, catturò la preda. La festa purtroppo durò troppo poco, giusto il tempo che sua madre si accorgesse dell’intrusione e facesse sparire la scatola: - No, niente cioccolato, anche se è il tuo compleanno! Finalmente il telefono si è zittito. Nel silenzio, Serena torna al presente e si guarda le dita, impiastricciate di cacao da cima a fondo. Mentre le ripulisce accuratamente sulla gonna di organza, vede con la mente il suo promesso sposo: impettito davanti alla chiesa, inquieto ma sotto controllo, impeccabile con il suo vestito da cerimonia. Sicuramente il vestito è immacolato fino al colletto, senza la minima grinza, senza l’ombra di una macchia. Le dita tornano al vassoietto, ci girano intorno, giocano come rondini ubriache, si chiudono su un cuore nero che esibisce un gheriglio di noce. Noce e cioccolato insieme, che passione! Serena, senza rancore e senza passione, pensa ancora al suo promesso sposo. Come sarebbe stata la loro vita matrimoniale? Gustosa e in armonia, come l’unione tra noce e cacao? Lui sembra l’opposto di lei. Lei è spesso distratta, lui è sempre attento. Lei è molto timida, lui si muove quasi con arroganza. Lui ha sempre i piedi ben piantati per terra, lei appena può si rifugia nella sua nuvoletta. Gli opposti si attraggono? Si mescolano bene insieme? Serena credeva di sì, ma ora ha cambiato idea. Pensa ai cioccolatini alla menta, che trova disgustosi. Preferisce gli accostamenti sobri, delicati. Le piace assaporare il cacao con le noci e le nocciole croccanti, con il profumo del caffè, con il fuoco del liquore. Non di certo con la fredda puntura della menta. Serena non gustava il cacao proibito da molto tempo. Si era adattata al gusto amarognolo degli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, aveva rinunciato ai sapori più dolci, adattandosi all’aria di famiglia. Infine, si era fatta scegliere dal fidanzato. Torna il presente: dalla porta chiusa arrivano colpi, urla, esclamazioni. Serena non ci bada. Mentre una farfalla di cioccolato bianco e nero si spegne tra suoi i denti, ripensa allo sposo che ha appena abbandonato. Non è con gli altri, a urlare dietro alla porta. Lo conosce bene, lo immagina per filo e per segno: furibondo ma controllato, impacchettato nel suo vestito impeccabile, sta tornando a casa da solo. Si chiuderà anche lui a chiave, per quantificare con calma il danno subito e valutare un possibile rimedio. Dopo aver soppesato i pro e i contro, deciderà di accettare l’abbandono. Non gli sembrerà il caso di rincorrere una sposa inaffidabile. Silenzio. Evidentemente si sono stancati di insistere. Un’altra conchiglia di cioccolato bianco? Perché no? Le dita burlone ci giocano per qualche secondo. Ormai il vassoietto è quasi vuoto. Serena non sente rimorso per tutti i cioccolatini che ha mangiato, e nemmeno per la delusione che ha dato a parenti, amici, sposo promesso. È sicura che lo sposo si riprenderà in fretta, non è un individuo fragile. Quando stavano insieme vantava spesso la sua forza, offrendosi indirettamente come punto d’appoggio e porto sicuro. Al momento Serena non ha alcun desiderio di appoggiarsi, e non prevede di sbarcare da nessuna parte. Vuole soltanto rilassarsi, cullandosi nella dolce incoscienza che le era stata sempre vietata. Non sogna un marito affidabile, molto meglio un marito di cioccolato. Le dita sornione rigirano una mezza luna ricoperta da una granella chiara. Nocciole? La lingua avvolge la mezza luna. No, sono pezzetti di mandorle dolci, ben spellate. Serena immagina di fabbricarsi un marito di cioccolata. Per lo scheletro, sceglierebbe del cioccolato nero e fondente. Per la carne, meglio un morbido cioccolato al latte. Per gli occhi, due scure delizie al caffè. I capelli li preferirebbe di cioccolato bianco, molto tenero. Aggiungerebbe delle ali di gianduia, per volare via insieme… Il padre di Serena, più cupo di un cioccolatino al caffè, riesce finalmente a sfondare la porta. La madre è dietro di lui, ansiosa. Dietro la porta, non trovano nessuno. La madre vede il vassoietto, in cui rimangono pochi cioccolatini. Sospira, getta via la borsetta da cerimonia e dice: - L’ho sempre detto che il cioccolato fa male! 1